Le pillole di sagezza di N.

Mele

N. è l’uomo più mite che conosca. Fa le pulizie dove lavoro. E’ arrivato in Francia che aveva 18 anni, mi racconta, al seguito di un Maharaja, padrone e datore di lavoro suo e di tutta la sua famiglia. E’ arrivato a Parigi nel lontano 1978.
N. viene dall’India. Non dimostra i suoi 53 anni, compiuti  lo scorso settembre. Il suo francese è stentato e parla con un accento fortissimo. E’ orgoglioso dei suoi figli nati in Francia che fanno con profitto studi universitari.
Conosce tutti a lavoro e tutti lo conoscono. Sempre un sorriso e una parola gentile per tutti. Quando arrivo la mattina, nel mio bureau trovo sempre una mela che N. immancabilmente mi fa trovare:
– Lavori troppo. Devi mangiare – mi dice paterno.
– Non hai nostalgia, non hai voglia di tornare? La tua di Patria è lontana… – chiedo.
– La Patria è dove c’è il lavoro – mi dice. Questo è un Paese strano eppure – aggiunge –  c’è possiblità per tutti, anche per gli stranieri. E’ importante che in un Paese ci sia lo sguardo degli stranieri.

Imperturbabile, zen, N. è conosciuto per essere un uomo semplice e saggio. La sua filosofia è dettata da una empatia e una sensibilità fuori dal comune.
Una delle sue pillole di sagezza mi è remasta impressa.
La sua filosofia è semplice: bisogna sorridere alla vita e ringraziare per le cose che ci offre e mai lasciarsi abbattere.
«Aspettare che accada l’impossibile consuma la nostra capacità di amare e la nostra disponibilità, ma anche l’autostima e la sicurezza in noi stessi.
Anche considerare qualcuno un nemico ci ferisce profondamente.
Allontanarci dal nostro cuore ci fa male e questo è  proprio quello che succede quando lo chiudiamo nei confronti di qualcuno.
L’unico modo per essere liberi di andare avanti con la nostra vita è provare gratitudine per cio’ che abbiamo e anche per quello che le persone ci hanno dato (anche quelle che ci hanno ferito) o perlomeno mettere a fuoco le sue qualità positive, anziché insistere su quelle negative. E questo non è affatto facile per la mente e per il nostro  l’ego che preferisce di gran lunga continuare ad accusare e criticare. Ma non è difficile per il cuore. Il cuore ha la capacità di vedere cio’ che è positivo, anche in qualcuno che la nostra mente definisce un vero mostro. Questo grazie al fatto che il cuore non ha confronti e non possiede ideali, non ha sogni né speranze : vede semplicemente la realtà del presente senza giudicare. Il giudizio è una qualità della mente non del cuore, perché nasce dal confronto. Visto che il cuore non si lascia coinvolgere nelle storie che la mente insiste a riproporre, puo’ vedere con maggiore chiarezza, puo’ vedere che quella persona ha agito inconsapevolmente e, per motivi suoi inconsci, non è stata in grado di darti quello che volevi da lei.
A differenza della mente il cuore non lo prende come un fatto personale. Capisce che quella persona ha i suoi problemi,la sua vulnerabilità e i suoi limiti e che tutte queste cose la portano a comportarsi cosi’ E che questo non ha nulla a che fare con te: il comportamento di quella persona nasconde le sue ferite, le sue paure, i suoi bisogni.Grazie a questa comprensione nasce la Compassione e con la Compassione puoi finalmente lasciar andare quella persona e trovare la pace. Ci vuole un immenso coraggio per passare dalla mente al cuore e vedere le cose da questa prospettiva, ma se sei stanco di sentire quei muri intorno al tuo cuore, se vuoi davvero permettere al tuo cuore di riprendere a fluire liberamente vale la pena di provarci ».

4 pensieri su “Le pillole di sagezza di N.

  1. Il rancore è faticoso e imbruttente perché come i tutti sentimenti funziona al modo del boomerang. “Gratitudine” è invece una bellissima parola che fa riferimento al riconoscere, dunque al saper vedere. O forse, a vivere considerando sempre che abbiamo una sola esistenza a disposizione e perciò non possiamo sprecarla rincorrendo ciò che non c’è, ma godendo di ciò che ci viene dato e che non è affatto scontato.

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