Parigi Insolita (V) : Il Museo Jacquemart-André

Oggi, per la serie “Parigi Insolita”, vi propongo il Museo Jacquemart-André.

Musée Jacquemart andré

Questo piccolo museo inserito in una raffinata dimora ottocentesca arredata con grande gusto, nascosta su un lato del Boulevard Hausmann, merita di essere visitato perché, tra le altre cose, accoglie piccole esposizioni deliziose tutte di grande gusto e di grande classe.

Ho visitato la mostra “Da Giotto a Caravaggio, le passioni di Roberto Longhi” che si conclude il 20 luglio 2015.
A settembre è prevista una nuova mostra : Florence, Portraits à la Courts de Médicis, dall’11 settembre 2015 al 25 gennaio 2016, con opere di pittori come Rosso Fiorentino, Andrea del Sarto, Alessandro Allori, Francesco Salviati, Pontormo et Bronzino).

Il Museo è un vero gioiello: un esempio magnifico di un epoca di sfarzo e qualità.
Qui è bello tutto, dalla concezione del giardino, alla rivoluzionante idea di far scendere in cantina i muri e creare un enorme salone laddove prima c’erano 3 stanze, la scala un esempio di eccellenza, la collezione italiana, e molto molto di più. Davvero una scoperta. Un palazzo meraviglioso, tenuto con grandissima cura, con la collezione d’arte della famiglia André. Un’ambientazione affascinante.
I quadri esposti (molti italiani) sono veramente pregevoli e all’interno del palazzo (bellissime le scale e le vetrate) c’è un Caffé che è l’antica sala pranzo del palazzo. Piacevole farvi una sosta (vi consiglio la visita di mattina e in bassa stagione): un caffé o un pasto leggero di mezzogiorno. Un museo da non mancare per una Parigi Insolita, anche se ci sono tante cose da vedere e musei più famosi. Ma questo è davvero un gioiello.

Jacquemart andré

Fra le magnifiche opere una fra le tante mi ha particolarmente colpito:  “Susanna e i vecchioni” di Mattia Preti, del1655-1660, olio su tela.

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Un pittore che mi era totalmente sconosciuto: Mattia Preti.
Mattia Preti, detto il Cavalier Calabrese, è considerato il più grande pittore della Calabria, nasce a Taverna (Catanzaro) il 14 Febbraio 1613.
Fu nell’ambiente romano che Mattia Preti conosce la produzione pittorica di Caravaggio e dei caravaggisti, che lo spingono a prepararsi per comporre opere altrettanto sorprendenti.

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Mattia Preti, “Susanna e i vecchioni”, 1655-1660, olio su tela, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, Firenze.

Il diritto delle Donne e l’arte: Susanna e i vecchioni nella Pittura

Il quadro del Preti mi ha colpito  per il messaggio veicolato, oltre che per la bellezza del dipinto.

Molti i pittori che hanno trattato il tema biblico di susanna: il più famoso è senza dubbio quello di Artemisia Gentileschi, ma anche Tintoretto, Guido Reni, il Veronese e altri.

Sono molte le eroine del Vecchio Testamento che sono fonte di ispirazione per l’arte: Giuditta, Betsabea, Rachele, Giaele, Agar, Sara, Rebecca e altre nelle diverse situazioni. Sono donne poste constantemente di fronte ai limiti della legge e della morale. Riescono a uscire dalle difficoltà grazie al loro stesso coraggio, a gesti di eroismo e azioni spregiudicate, più o meno volte a fin di bene. Sono vittime di un’ingiustizia e di una legge che non è uguale per tutti. Le narrazioni del Vecchio Testamento che vedono protagoniste le donne sono oggetto di rielaborazioni, ricostruzioni, riambientazioni della storia del cinema e dei media. Le donne sono il motore che sblocca situazioni apparentemente impossibili, da cui escono spesso vittoriose.

La storia di Susanna ed i vecchioni è un racconto del libro 13 di Daniele, ed è il solo episodio, in cui alla tarda età non viene associata la virtù, ma il vizio.
Susanna è la sposa irreprensibile di Joachim, un ricco ebreo, il quale abitava in un palazzo circondato da un parco dove invitava per incontri e pranzi i suoi concittadini.
Tra questi invitati c’erano due anziani magistrati che si erano appassionatamente invaghiti di Susanna, senza però confessare l’un l’altro questa cieca attrazione.
Un caldo pomeriggio d’estate Susanna, dopo aver salutato le sue amiche, si spogliò nuda senza rendersi conto che occhi estranei la stavano spiando: i due vecchi non avevano resistito alla tentazione e si erano nascosti nel parco di Joachim e lì si erano incontrati ed insieme architettarono uno sporco ricatto.
Dissero a Susanna: “Ecco, le porte del giardino sono chiuse, sicché nessuno ci vede e noi ti desideriamo. Acconsenti dunque e datti a noi, altrimenti ti accuseremo che era con te un giovane e per questo hai fatto allontanare le fanciulle”.
Pur di non tradire in nessun modo suo marito, Susanna si mise a urlare per far accorrere i servi, cadendo così nella trappola ordita dai due perversi magistrati, i quali gridarono a loro volta accusandola di adulterio.
Per lei non poteva che aprirsi la via di un processo che si sarebbe concluso con la pena di morte per lapidazione.

Durante il processo entra in scena Daniele, ancora giovinetto, ma già conosciuto per la sua abilità nello spiegare detti oscuri e sciogliere enigmi, il cui nome in ebraico significa “Dio è il mio giudice”.
Daniele, convinto dell’innocenza di Susanna, chiede di interrogare separatamente i due vecchioni e ad entrambi rivolge la stessa domanda.
Alla domanda dove fossero Susanna ed il giovane amante, uno rispose “sotto un lentisco” e l’altro “sotto un leccio”, svelando con la contraddizione la loro menzogna.
Racconta la storia che i due vecchioni, vennero condannati a morte secondo la legge di Mosè e Susanna salvò il suo onore, la sua dignità e la vita.

Expo : De Giotto à Caravage (23 mars-20 juillet 2015) Musée Jacquemart-André:

Musée Jacquemart-André