Non sono su Facebook ma possiamo essere amici lo stesso

non sono su facebook

Circa due anni fa decido di chiudere il mio profilo facebook. Non lo elimino, lo disattivo e, a parte una piccola parentesi di due mesi all’inizio del 2014, durante la quale l’interazione con i miei contatti era rarissima, il profilo resta disattivato.

Quello che è avvenuto in seguito ha provocato una disarmante, allucinante e anche parecchio divertente catena di reazioni. Tra le frasi che mi venivano rivolte: ma come è possibile, ma perché? Perché questa decisione? non sei più su fb? Come si sta senza facebook? Tanto poi ritorni…Sei sicura? Come farai? Come fai? Come è  vivere senza FB?

Beh, devo dire che quando mi si rivolgeva questa domanda, era facile capire che avevo davanti il prototipo di un super-irrimediabile-drogato-dipendente da Facebook!

Vi racconto come mi sono sentita e cosa ha significato per me innanzi tutto fare parte  del mondo di Fb e in seguito non ne esserne più parte.

All’inizio, quando ho disattivato il profilo mi sono sentita come liberata da un peso, libera! uno stress in meno. In quel momento avevo bisogno di questo e i primi giorni non facevo altro che rassicurare i miei amici che si preoccupavano di tale “imcompressibile” decisione.

Poi, più tardi mi sono sentita come una  specie di Ufo: le persone, quando dicevo che non ero su facebook, mi guardavano come se non avessi il bagno in casa… “Come, non sei su facebook?!!!”

Con FB,( e non l’ho mai nascosto!), ho sempre avuto un rapporto di Amore-Odio.

Vi racconto i miei sentimenti contrastanti e stati d’animo dei miei primi 5 anni su FB, di cui quasi 2 passati con il profilo disattivato:

(gli stadi in cui sono passata, nel bene e nel male)

1)  La Pentita

Nell’estate 2010 decido di scoprire il fantastico mondo virtuale di FB, di cui tanto avevo sentito parlare. Attivo cosi un profilo smi-anonimo.  Faccio amicizia con persone superinteressanti e stimolanti. I contatti si fanno via via più stretti: si passano informazioni, si commenta,  ci si conosce meglio. Inizio a passare molto tempo su Facebook: non ero completamente dipendente ma ero attenta ai cambi di status dei miei contatti più stretti e delle vere amicizie si creano. Pur riconoscendo l’esistenza dei meccanismi che ci sono dietro, non potevo impedirmi di provare invidia degli uni o degli altri (dei gruppi e affinità che si andava via via formando). In breve, una perdita di tempo che fa solo del male. In sostanza, Facebook è la vita in meglio, quella pattinata, come se tu photoshoppi i tuoi ricordi. Così ho gradualmente rimosso gente tossica e ho conservato i miei amici più stretti di cui mi interessava avere notizie. Ho cominciato a connettermi sempre di meno poi, ho finito per esattamente annullare l’abbonamento. Uno dei motivi che mi hanno spinto a compiere il passo, è  che mi sono subito resa conto quanto tutto ciò fosse inquietante,  e non” sparisci”mai del tutto dal momento che Facebook conserva tutti i miei dati!

Questo è quello che vorrei dire a un Fb-dipendente che vuole cancellarsi è: “Che cosa hai paura di perdere”? Le foto del matrimonio di amici o della loro vacanza, l’ultimo dei suoi status, i movimenti quotidiani della sua vita, le foto al mare…? ma poi francamente, ti rendi conto che tutto questo è nulla di veramente cosi’ importante. Gli amici veri avevano il mio numero di telefono; mi tenevo in contatto tramite messaggi o e-mail. Questo è esattamente quello che vorrei dire a un adepto di FB che vuole smettere con il tram tram facebookiano. Avevo da un po’ attivato Whatsapp, madavo e ricevevo messaggi, foto e non c’era lo stress del fastidioso baccano su FB.

2) L’Indignata e Ribelle

In concreto, il fatto che non ero più su Facebook ha generato un distacco (una prise de recul, dicono i francesi) per cui analizzi tutto con molta lucidità. Le discussioni in materia di privacy, controllo delle immagini, etc e gli altri che commentano: “Ma come è possibile, veramente hai chiuso?”, ‘Ti invidio ”,  Penso che faro’ come te ‘: ho sentito veramente di tutto. Ci sono diverse cose che non mi piacciono dei social network, in generale, ma sopratutto mi sono sempre chiesta una cosa (specialmente dopo essermi disattivata): ma le condizioni per l’utilizzo di Facebook sono veramente comprese da tutti gli utilizzatori? Mi sono anche posta la questione: cosa ne fanno Zuckemberg e&Co dei nostri dati personali? Per esempio, io personalmente trovo scandaloso che dal momento in cui si pubblica una foto, questa non ci appartiene più!

Ma la cosa che più di tutte mi ha fatto prendere la decisione di “cancellarmi”, è stato il fatto che io non mi sentivo amio agio a comunicare “virtualmente”. Per come sono fatta preferisco di gran lunga il contatto dal vivo con le persone: sentire la voce, vedere le espressioni del viso quando ci si parla… No, Fb non deve farci dimenticare cosa è la fisicità dei rapporti umani!

3) La Resistente

La mia era ormai diventata una forma di “resistenza” persino divertente per alcuni tratti. Quasi una forma di fierezza.

Ripeto: era divertente la reazione degli altri quando dicevo che non avevo un profilo su Facebook: alcuni sgranavano gli occhi, era come se dicessi di non avere il bagno in casa! Le reazioni sono tuttavia cambiate nel corso del tempo. Oggi, mi capita di incontrare persone  più smaliziate o persone che si sono cancellate e non vogliono più sentir parlare dei social Network; persone deluse: per loro Facebook servirebbe solo a soddisfare i più bassi istinti dell’essere umano moderno: vale a dire, il pettegolezzo e a perdere tempo in cazzeggi vari che alla fine non porta a nulla di costruttivo.

In parte la penso come loro: non mi faccio ingannare dal modo in cui l’applicazione FB è costriuta e come se ne fa uso solo a scopo di marketing. Una vera e assurda manipolazione! Facebook (e Instagramm) è l’arte di rendere interessanti e divertenti anche le serate più noiose e mortali con belle foto e immagini da condividere (e questo puo’ essere un diffetto ma anche un pregio, in fondo).

Nel 2014 FB ha compiuto 10 anni di vita.Un Network nato nei campus americani:
Era il 4 febbraio del 2004 quando Mark Zuckerberg e i suoi compagni di college Dustin Moskovitz, Chris Hughes e Eduardo Saverin lanciavano The Facebook, una piattaforma pensata per far incontrare gli studenti di Harvard, poi diventata semplicemente “Facebook”. Oggi è il social network più diffuso al mondo. Ispirato all’annuario con foto, tipico delle università americane, Facebook ha trasformato il modo di raccontare e soprattutto di raccontarsi sul Web. Facebook nasce ad Harvard ma presto si espande in tutti i college della Ivy League come Stanford, Columbia, Yale. Le persone possono solo fare del social browsing, ovvero andare a sbirciare nei profili degli altri per vedere che tipo di esperienze condividevano. È possibile condividere le foto e brevi porzioni di testo.

Il resto poi è ormai storia.

Dall’università al mondo…

Eppure, caro Zuckerberg, (o come cavolo ti chiami!) a volte io credo che no, non è facebook che  è uscito da un campus universitario: è il Mondo che è diventato un grande campus americano.